LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Annalisa Scialpi
|
||||
Ho visto la pioggia non passare mai, cadere, anche col sole, sul rivo di una foglia spezzata in un letto di dimenticanze e fracassarsi stelle su un cuscino di azzurre malinconie.
Ho sentito la pioggia tingermi le mani e l’umida pietra trasudare il turchese nel ticchettio di un’astratta melodia ripetuta a oltranza e ombre danzare, nel taglio di vetri smerigliati d’usura.
Come una vecchia stanza d’hotel ho visto ripetersi e caracollare istanti, uno dietro l’altro, su quadri dipinti di foreste di ruggine.
E poi ho sentito la pioggia sanguinare su zolle di pane raffermo, aggrumito di soli traditi, mentre il vecchio giradischi ripeteva canzoni scordate a un cielo senza pietà, calato come una tenda su nuvole di tovaglioli umidi.
E così siamo divenute una, io e la pioggia, così sfacciate da danzare nude sotto il nudo cielo, ombre, intessendo e ricami d’istanti… … là, dove muoiono i papaveri rossi, per troppo amore. |
|